Sorgenti d’informazione

  La teoria dell’informazione viene svolta con riferimento a sorgenti d’informazione di tipo discreto,ma i suoi risultati sono estensibili anche al caso di sorgenti continue,poiché con opportuno processo di campionamento e quantizzazione,i segnali continui possono essere convertiti in equivalenti segnali discreti aventi lo stesso contenuto informativo.

Nelle comunicazioni elettriche i simboli sono ottenuti partendo da un segnale binario,cioè da un segnale numerico (discreto nell’ampiezza e nel tempo) caratterizzato da due livelli d’ampiezza detti bit (=Binary digit) e da un intervallo di temporizzazione T detto intervallo elementare (o anche intervallo di bit).

Se ciascun simbolo è associato ad un singolo intervallo di bit,si ha un codice binario,cioè con due simboli (L=”) corrispondenti ai due livelli di ampiezza,indicati con 0 e 1,del segnale binario. In tal caso il numero di simboli erogati al secondo,che definisce la velocità di modulazione (detta anche velocità di segnalazione o velocità telegrafica) espressa in baud. È dato da:

Vb=1/T

  E coincide con la velocità di trasmissione (o velocità di emissione) dell’informazione binaria espressa in bit/s:

  Vb=V

  Un esempio classico di sorgenti discrete binarie è detto delle telescriventi impiegate nella rete telegrafica a commutazione automatica telex.     INDIETRO