Il calcio non è solo un tormentone domenicale o nei mercoledì di coppa, né vandalismo da stadio, né lunghe chiacchierate da bar in cui tutti si improvvisano allenatori. È anche il piacere di una partita giocata in un campetto spelacchiato o praticato ai livelli più diversi. Per alcune persone portatori di handicap è qualcosa di più: rappresenta la possibilità di esprimersi e consolidare relazioni umane in campo .
L’attenzione è in particolare rivolta alle persone con handicap intellettiva e ai non vedenti. In Italia si gioca molto a calcio, in modo spontaneo e magari molto piacevole, ma senza che ci sia una consolidata struttura di piccoli campionati o di momenti di confronto. Ma le esperienze stanno crescendo proprio grazie alla capacità inserente e “normalizzante” del calcio.
Lo sport può
rappresentare un’esperienza bella e gratificante, favorire la maturazione e
la crescita, può migliorare l’immagine di sé e la sicurezza personale, è
quindi importante offrire una gamma d’opportunità appropriate alle abilità
dei disabili.
La tutela del diritto alla vita dei disabili è un problema aperto su cui
molto si discute. La nascita di un figlio portatore di handicap è un evento
che non tutti i genitori si sentono o sono in grado di sopportare. C'è
bisogno di sostegno, d’aiuto e di solidarietà, in un impegno che deve
coinvolgere, oltre ai familiari stessi, molte altre persone, i servizi
sociali, le istituzioni e la società civile nel suo stesso interesse.
Le attività
della società sin dalla sua costituzione si svolgono nell’arco dell’intero
anno, con periodi differenti di gestione a seconda dell’attività sportiva,
ed esse si sintetizzano nelle seguenti:
• Basket
• calcetto e basket per disabili mentali
• Tennis - tavolo
• Nuoto
Riferendosi preliminarmente di persone costrette, per varie patologie, a muoversi in carrozzina, a down e tutti quelli che, troppe volte emarginati, disagiati, soggetti troppe volte sentiti come scomodi ed inutili e per questo trascurati ed abbandonati alla solitudine in una condizione di per esempio per aver un perseguimento di questi obiettivi indigenza culturale e partecipativa.
Ciò vuol dire che in una squadra con dei ragazzi diversamente abili sono testimoni di come lo sport lì aiuta e con la voglia di stare insieme possono superare ogni ostacolo.
Simona Gioia