linnguaggio italiano medio
È certamente difficile, sia
volendolo teorizzare, sia cercando di acquisirlo dalla realtà, identificare una
lingua "media" o i diversi linguaggi che l’Italia parla:
dall’italiano televisivo e giornalistico alla lingua degli immigrati, dal
lessico accademico – sospeso ormai un po’ fuori del tempo – al linguaggio
burocratico delle leggi e del modello delle tasse… Questo senza considerare
l’enorme importanza che rivestono – soprattutto in un’epoca come la nostra
– i dialetti e la loro cultura; e, naturalmente, anche i diversi registri:
alto, colloquiale, ironico ecc. L’avvento di un’unica lingua, che si
imponeva per la prima volta come lingua nazionale, si era registrato non a caso,
in epoca recente, al principio degli anni Sessanta, in pieno boom
economico: imposta, come sembrava, dall’avanzata tecnologica, dalla politica,
dai media in ascesa. Ma oggi? Dopo l’avvento delle televisioni private,
all’inizio degli anni Ottanta, e dopo aver assistito in gran parte a un
adeguamento della tradizionale televisione di stato alla "qualità" di
programmi, e conseguentemente, ai modi espressivi delle nuove tv commerciali,
uno sconsolato ma ironico Vincenzo Consolo notava: "[…] il paese,
telestupefatto, ha perso ogni cognizione di cultura e di lingua".
Ma qual è, insomma e in cosa
consiste l’"italiano medio"? Ipotizziamo ancora: una sorta di basic
italian (così come il meglio conosciuto basic english), mediante il
quale sia possibile per tutti i parlanti (nativi e non) e con vocabolario
ridotto, esprimere con facilità e correttamente dei concetti ed essere al tempo
stesso, e con la stessa facilità, compresi da chi ascolta. Questo, almeno in
teoria: ma c’è, esiste una lingua media parlata effettivamente dagli
italiani?
Rimane al fondo la sensazione che
l’italiano medio sia pari alla proverbiale araba fenice: "che ci sia
ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa…". È piuttosto astratto, infatti,
cercare di ipotizzare tale "medietà" linguistica, come è difficile
dar corpo e fattezze all’altrettanto famigerato italiano medio, inteso come
cittadino, ai suoi gusti, alle sue preferenze, ecc. Al contrario, ciò che
vediamo prendere forma sono tante più o meno estese galassie di linguaggi
settoriali che finiscono per caratterizzare fortemente il nostro linguaggio
comune di tutti i giorni.