San Guglielmo da Vercelli, dopo la fondazione della comunità maschile di Montevergine, giunse al Goleto e qui, nel 1133 iniziò la costruzione del Monastero femminile. La struttura primitiva comprendeva la chiesa, il monastero grande delle monache e quello più piccolo dei monaci, che erano guide spirituali ed assistenti delle monache di clausura. La comunità crebbe sotto la guida di celebri badesse e il culmine dello splendore artistico coincise con il governo delle badesse Marina II e Scolastica; queste intrecciarono rapporti di amicizia con FedericoII°, ottenendo in cambio le maestranze più specializzate per la costruzione di quel gioiello che è la cosiddetta chiesa superiore o Cappella di San Luca. Questa si sviluppa armonicamente su quella inferiore, di cui ripete la pianta in un mistico slancio verso l'alto. Vi si accede mediante una scaletta in pietra, sul cui parapetto, in parte crollato, è scolpito un enorme serpente, che termina con la testa in giù ed ha un pomo nella bocca. Il portale di ingresso è sormontato da un arco a sesto acuto e da un più piccolo rosone a sei luci; nel timpano della porta girano tre iscrizioni; la prima recante:
1) TEMPORE DOMINE MARINE ABATISSE SECUNDE HOC OPUS FACTUM EST A. MCCL IND.XIII.
2) ANNO MILLENO BIS CENTENO SIMUL ET QUADRAGENO SEPTENO NUNC LUCAS VENIT TIBI
LUMINE PLENO / PLEBSQUE DEI GAUDE VULTU MERITOQUE SERENO AMEN
che si traduce: "Ora nell'anno 1247 è venuto a te Luca in piena luce: o popolo di Dio rallegrati con viso meritatamente sereno. Amen.", dimostrando quindi che la stessa chiesa fu dedicata a San Luca, di cui erano giunte alcune reliquie dall'Oriente, forse portate dallo stesso Federico. Secondo la tradizione vi giunse tutto il corpo di San Luca; parti di esso nel 1596 furono portate in Vaticano nel tesoro di San Pietro, e qui catalogate:
EX SACRO RELIQUARIO SANCTI SALVATORIS DE GULETO, MONASTERO MONTISVIRGINIS
Il De Masellis chiarisce che il corpo di san Luca era conservato nella chiesa grande del Goleto e la testa, in un reliquario della cappella superiore. Non deve stupire che altrove si siano trovate altre teste di San Luca perché per la liturgia hanno uguale peso sia le relique ex corpore sia quelle che per essere state poste accanto alle originarie, acquistano autenticità (Montevergine custodisce il braccio). La terza iscrizione è un saluto ed un augurio rivolto a chi entra:
3) MUNIAT INTRANTES CRUX BEATA DOMINO FAMULANTES.
Traducendo: "La santa croce fortifichi i servi del Signore che qui entrano". L'interno è costituito da una piccola sala a due navate coperte da crociere ogivali, che poggiano su due colonne centrali, in marmo rossiccio ed ad un solo pezzo, e su dieci mezze colonne immerse nei muri perimetrali. Le basi ottagonali delle colonne ed i capitelli, decorati di foglie ricurve, richiamano la residenza federiciana di Castel del Monte, presso Andria, in Puglia. Adornano la cappella due altarini (di cui uno costituito da una lastra di marmo su quattro colonnine con eleganti capitelli e basamenti diversi fra loro), antiche are romane in pietra e simmetriche, illuminati da due sottili bifore gotiche. Una terza bifora, sul versante sud, venne murata quando si volle creare una foresteria attaccata al muro della basilica, a cui si accede per la lunga scala. Degli affreschi cinquecenteschi che arricchivano l'edificio, restano due medaglioni raffiguranti le badesse Marina e Scolastica, Gesù crocifisso, e qualche episodio della vita di San Guglielmo: l'apparizione del Salvatore a San Guglielmo, la conversione della peccatrice nella corte di re Ruggiero a Bari, il miracolo del Lupo (L'incendio delle biade avvenuto al Goleto), l'incontro con i ladroni ad Oria, la morte del santo. Mentre nella Cappella Inferiore predomina l'architettura romanico-pugliese, nella cappella S.Luca convergono influssi tipici dell'età federiciana, in cui si operò una sintesi fra cultura artistica islamica e francese, classicità romana e maestosità bizantina. All'esterno completano la struttura due piccole absidi sorrette da mensole e, intorno alle pareti, barbacani con teste di animali o motivi ornamentali. La cappella aveva anche il titolo di san Giovanni, proveniente da uno dei due altari che era dedicato al precursore . La cappella di san Luca era il nodo, il fulcro intorno a cui ruotava tutta l'iconografia del Goleto: a nord sorgeva la chiesa grande del Salvatore, ad ovest il Monastero maschile con l'ingresso, ad est monastero di clausura femminile. La cappella di S.Luca è uno dei pochi monumenti medievali che hanno resistito a tutti i terremoti in Irpinia.
Abbazia del Goleto -Sant'Angelo dei Lombardi (Av)-Comunità Jesus Caritas-tel.0827/24432