Fra gli elementi caratterizzanti di Avellino va ricordata la "Fontana di Bellerofonte" o "A fontana re' tre cannuoli", poiché la piazza, come centro cittadino, non si esauriva nello spazio antistante la Dogana, ma si estendeva verso la fontana; difatti quest'ultima viene definita anche "Fontana della Piazza". Essa ha l'aspetto attuale solo dal 1699, quando il principe Marino Caracciolo ne affidò il rifacimento estetico all'architetto Cosimo Fanzago. La fontana è posta tra due brevi rampe di cinque scalini. Cinque sono le nicchie che si aprono nel marmo: due in alto, a forma circolare, racchiudono i busti di un patrizio e di una matrona romana; più giù, ai lati, sono due nicchie molto più grandi, che un tempo accoglievano statue di notevole pregio, mentre oggi sono vuote perché le statue sono state rubate. Proprio al centro è la quinta nicchia, di forma circolare, come le prime due, ma di diametro maggiore; in essa era scolpito Bellerofonte in atto di uccidere la Chimera. Purtroppo anche questa statua è stata rubata.