Avellino accolse nel cuore del suo centro storico, sia pure per il breve periodo dell'infanzia, tra le mura di palazzo De Conciliis, l'immortale autore de "I Miserabili", Victor Hugo, che allora non aveva nemmeno sei anni. Il padre, Léopold Sigisbert Hugo, dopo una brillante carriera militare, per aver dato la caccia e aver fermato nel territorio di Baronissi (che non rientrava sotto la sua giurisdizione) il brigante irpino Fra Diavolo, fu nominato Maggiore del Real Corso ( sarà istruttore a Gaeta), e nella primavera del 1807 sarà inviato ad Avellino per rilevare il 32° battaglione di linea, ricevendo per un breve periodo la nomina di Governatore di questa città che proprio allora era divenuta capoluogo del Principato Ultra (zona in quel periodo infestata e minacciata dalla presenza dei briganti); seppe svolgere le sue mansioni con grande professionalità, tenendo lontano le bande di briganti che dopo la morte di Fra Diavolo paralizzavano il commercio dei grani che dalla Puglia arrivavano a Napoli per via di terra, per mezzo dell'unica strada tracciata da Carlo d'Angiò che collegava Napoli alla Puglia attraverso il Principato Ultra: Avellino con la sua Dogana era punto nodale di transito, vi si stabiliva il prezzo del grano prima di essere avviato alle città limitrofe. Il prestigio di Hugo cresceva con il prestigio della città: il commercio era molto attivo, l'agricoltura era in piena fioritura, le industrie della lana, della carta e della cera erano molto apprezzate. Il 10 dicembre del 1807 giunsero dalla Francia, dopo un viaggio estenuante e travagliato di un mese e mezzo, ad Avellino la moglie Sophie con i tre figli, Victor, Eugene ed Abel: la donna voleva cercare di riallacciare i rapporti ormai logorati con il marito, che nel frattempo si era legato a Cecile Thomas. Mentre ogni sorta di riconciliazione fra i due sembrava praticamente impensabile, per i tre bambini, ignari della tragedia familiare, si apriva una breve parentesi di estrema felicità e spensieratezza, in questo luogo che ai loro occhi era simile a un'oasi di pace e tranquillità, dopo tanti disagi e sofferenze sopportate: di questo fase Victor conserva ricordi tenerissimi e dolcissimi, perchè fu allora un bambino felice. Uomo, ormai vecchio, si sarebbe ricordato con estremo piacere questa cittadina di provincia,in cui aveva assaporato la gioia di vivere all'aria aperta nel calore di una famiglia finalmente completa (sarà l'unico momento di unione familiare). Del resto questi ricordi sereni non furono mai intaccati dalle sofferenze patite, legate alle continue separazioni dai genitori, al rapporto lacerato tra i due. Infatti dopo la sua nascita, per seguire il padre nei suoi vari spostamenti, con i fratelli sopporterà ogni tipo di disagio, sarà lontano poi dalla madre per molti mesi, cresciuto da varie balie, sarà lontano dal padre che ritroverà dopo 4 anni ad Avellino. Qui sarebbero stati ospitati dalle calde pareti di palazzo De Conciliis, alla spalle del Duomo: qui poterono finalmente assaporare la gioia di avere una bella casa, imponente ed austera, con spazi in cui poter giocare e squarci paesaggistici per sognare, alberi per arrampicarsi, godendo appieno di una natura incontaminata. Fu questa una fase di liberi e spensierati giochi, uniti a momenti istruttivi ad opera di precettori avellinesi; vi festeggiò anche il suo sesto compleanno il 26 febbraio 1808 e anche il Natale, per cui rimase sicuramente colpito da grandi capolavori artigianali come i presepi che venivano preparati. Ma si avvicinava il momento dell'ennesima separazione dal padre, in partenza per la Spagna, mentre il resto della famiglia rimarrà in Italia, forse nella stessa Avellino o a Napoli, ritornando a Parigi il 7 febbraio 1809. Il viaggio in Italia di Hugo ha trovato poca risonanza, perchè nel 1807 era ancora un bambino, solo più tardi, nel 1863, dettando le sue memorie alla moglie Adèle, restituirà il suo ricordo luminoso e sempre vivo di quel luogo che lo aveva accolto bene. Il ricordo del suo soggiorno rivive nella nostra città dove il palazzo De Conciliis è stato restaurato e restituito all'antica bellezza: è l'attuale Casa della Cultura "Victor Hugo".