In una nuova sala è documentata la stipe votiva del santuario italico dedicato alla dea Giunone Mefitide, localizzato nella Valle d'Ansanto, poco lontano dall'odierno abitato di Rocca San Felice. Il luogo di culto sorgeva poco lontano da un laghetto che emanava esalazioni gassose mortali: questa caratteristica attirava la curiosità degli antichi, che vi scorgevano una manifestazione della potenza degli Dei inferi. Virgilio nel VII° libro dell'Eneide (vv.563-571), descrive i luoghi dell'Ampsanctus, ponendovi l'ingresso dell'Ade, in quanto il lago era considerato uno straripamento dell'Acheronte:
" Nel cuore d'Italia, d'alti monti
ovunque intorno cinto, è un luogo orrendo
a tutti noto: la vallea d'Ampsanto.
Di dense fronde un bosco la circonda
e fragoroso in mezzo rumoreggia
fra scogli acuti e vortici un torrente.
S'aprono quindi le spelonche orrende
del fiero Dite, ove le nere fauci
pestifera voragine spalanca
al prorompente fiotto d'Acheronte .
Qui si calò l'Erinni allora in volo
E liberò di sé la terra e il cielo."