Tra le opere commissionate da Francesco Marino Caracciolo al Fanzago certamente figura il monumento al "reuccio", il piccolo Carlo II d'Asburgo succeduto nel regno di Spagna al padre Filippo IV nel 1665 all'età di appena quattro anni. L'omaggio al principino, che all'epoca (1668) aveva solo sette anni, da parte della città di Avellino non può non essere messo in relazione con il fatto che proprio in quegli anni Francesco Marino aspirava ad ottenere il titolo di Grande di Spagna. Egli, avendo partecipato in prima persona nel 1660 alla cerimonia di inaugurazione della guglia fanzaghiana di San Gennaro a Napoli, dovette pensare di realizzare qualcosa di simile anche ad Avellino; qualcosa che potesse anche testimoniare la sua devozione alla casa regnante. Probabilmente fu proprio in quell'occasione che il principe prese contatto con l'artista bergamasco, a cui pensò di affidare la progettazione del rinnovamento della città. I lavori per la realizzazione della guglia iniziarono nel 1668, ma l'opera subì nel tempo modifiche che ne hanno in qualche modo falsato l'aspetto. Se possiamo ritenere originali la statua del "re di bronzo", i rosoni e l'autoritratto, non altrettanto si può dire del basamento, che, nell'insieme col piedistallo, doveva essere meno elementare e più imponente. Il basamento è formato da un gradone di forma irregolarmente ottagonale, con quattro colonnine sui lati più corti, e dal piedistallo dalla forma piramidale e composto da più pezzi sovrapposti. Qui troviamo i due rosoni bronzei in ciascuno dei quali è scolpito a rilievo un fiore a più petali circondato da foglie; e, di dimensioni leggermente più grandi, l'autoritratto del Fanzago. In cima alla guglia si trova la statua del piccolo re, rappresentato realisticamente nel suo aspetto infantile.