Palazzo Caracciolo




La principessa Antonia Spinola, che nelle prolungate assenze del marito Marino III, Gran Cncelliere del Regno di Napoli, esercitò di fatto il potere ad Avellino, eresse, tra gli ultimi anni del '600 e i primi del '700, quello che fu inizialmente il "Casino Spinola" al largo dell'Annunziata, detto popolarmente il "Palazzotto", primo nucleo del palazzo Caracciolo. Il "Palazzotto", così denominato per la sua forma bassa, essendo formato da un pianterreno e da un solo piano rialzato, si allineava parallelamente alla chiesa e al convento dei Domenicani. Quando poi, a partire dal 1710, la Spinola, dopo la distruzione del castello e il suo definitivo abbandono, eresse la fastosa sede dei Caracciolo, i cui lavori vennero affidati all'ingegnere Cristofaro Scores, il "Palazzotto" divenne un'ala del palazzo, venendo però adibito a scuderie ed a carcere, ed in seguito anche a caserma. Più tardi il palazzo Caracciolo venne trasformato in sede dei Tribunali. I tribunali erano, tra le istituzioni nuove, quelle di cui più giustamente si vantavano i governi napoleonici. La vecchia amministrazione della giustizia, confusa e mal distribuita, in gran parte concentrata nella capitale, e per il resto affidata ai feudatari, veniva sostituita con una più razionale e limpida distinzione di tribunali civili e penali ben distribuiti nel territorio. L'orgoglio per la nuova istituzione era tale che ad essa fu assegnato il palazzo del principe che da allora si chiamò palazzo dei Tribunali e largo dei Tribunali la piazza antistante, sempre più centro della vita cittadina. I lavori di sistemazione del palazzo dei Tribunali durarono per tutto il secondo decennio del secolo. Fu salvato il portale d'ingresso, fiancheggiato da due grandi leoni in pietra. Oggi il palazzo Caracciolo è divenuto proprietà della Provincia.

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