Le prime notizie intorno a questa chiesa sono del 1581. Si sa, infatti, che esisteva in contrada Tuoppolo, poco lontano dall'attuale ubicazione della chiesa, un oratorio dedicato a Santa Maria di Costantinopoli. In esso esisteva l'affresco che ora si vede nello scarabattolo sull'altare maggiore e che ,almeno come si racconta, era stato trovato da un contadino mentre era intento a zappare il suo terreno. La chiesa dovette essere ricostruita probabilmente tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento; più tardi venne abbellita da una soffitta dipinta dal Guarini, che andò poi distrutta nel terremoto del 1688. Altri restauri vi furono compiuti nella prima metà del secolo XVIII. Al primo altare a destra, Pietà di Domenico Testa. Al soffitto della navata, in una grossa cornice barocca, una tela di F. Russo (prima metà del secolo XVIII) raffigurante la Vergine di Costantinopoli circondata da Santi. Nel soffitto della crociera due tele dei primi del Settecento, in cornici dorate: a destra la Rivelazione, a sinistra Lo sposalizio di Santa Caterina. L'altare maggiore, scolpito dal bolognese Giovanni Chiappari nel 1721, è tutto in marmi scolpiti ed intarsiati; ed è adornato da due angeli in marmo bianco. Sul dossale, in una nicchietta rettangolare rinchiusa da vetro, discreto affresco d'ignoto napoletano della fine del secolo XV, ispiratosi a modelli toscani: la Vergine, ritratta di fronte sino al busto, stringe al seno il Bambino, reclinando il capo verso di Lui. Quest'opera ha un grande valore documentario, in quanto è tra i rari esemplari della pittura a fresco napoletana di quel tempo.